Ho rivisto Cast Away (se l’avete già visto, bene, se no andate oltre perché sto per spoilerare), film nel quale Tom Hanks alias Chuck Noland, impiegato FEDEX, dopo un incidente aereo finisce su un isoletta sperduta nell’Oceano e ci resta 4 anni, fino a che dal mare giunge a riva un residuo di bagno chimico. Osservando quelle due pareti Chuck pensa di montarle sulla parte anteriore di una zattera a mo’ di vela e grazie a questo escamotage riesce a superare la barriera corallina ed andare in mare aperto, per venire poi salvato da una nave portacontainer.
Sul finale Chuck parla con un amico della sua incredibile esperienza sull’isola e di come, dopo aver anche cercato il modo di farla finita, senza riuscirci, si era accorto di non aver potere su nulla. E di come la logica dicesse che il suo destino era segnato. Ma : “Sono restato vivo. Ho continuato a respirare. Poi un giorno la logica si è dimostrata sbagliata perché è arrivata la marea. Mi ha dato una vela.”
E conclude il discorso parlando del proprio futuro e di ciò che lo aspetta : “E adesso so cosa devo fare, devo continuare a respirare… perché domani il sole sorgerà e chissà la marea cosa può portare.” La filosofia che sull’isola gli aveva salvato la vita.
Ora, nella vita normale obiettivamente è un po’ pochino aggrapparsi solo ed esclusivamente alla speranza di una svolta inaspettata. Insomma, oltre a respirare, occorre darsi parecchio da fare, ognuno coi propri mezzi, per cercare di trovarla da soli, la propria svolta.
Ma detto questo, non è poi così male, ogni tanto, crogiolarsi anche nello speranzoso pensiero che “domani il sole sorgerà e chissà la marea cosa può portare.”