La percezione del tempo che passa è davvero bizzarra, e questo vale per tutte le età.
Ci sono giornate che paiono interminabili e altre che arrivano al tramonto apparentemente in un amen. Oppure, pensi ad una cosa che ti è successa nel 2002 e ti sembra ieri, poi ragioni su un evento importante di un paio di anni fa e ti sembra appartenere ad una diversa era geologica. La nostra mente fa di questi scherzi.
Da ragazzino la sensazione è quella della vita eterna. Da giovanissimi e da giovani l’energia non scarseggia praticamente mai e si pensa che ci sia ancora tempo, sempre, per tutto.
Poi, man mano che si cresce, le cose cambiano.
Passati i 50, qualche riflessione in più sui giorni che scorrono inesorabili la si comincia a fare, anche solo per il fatto di essere più vicini ai 100 che all’anno 0. Sarà pure mera matematica, ma è la realtà.
Si cominciano a fare i conti col tempo che resta. Si cerca di dare più valore al proprio, tempo, e si è sempre meno disposti a sprecarlo. Si comincia, anche senza rendersene conto, a mettere molta più attenzione nel momento della selezione di cosa si, cosa no e cosa “anche basta”.
Da giovani tutto è essenziale, da adulti riconoscere l’essenziale è tutto.