Inventarsele

Da ragazzino, avrò avuto 13-14 anni, mi ero inventato un campionato di calcio di una Nazione di fantasia. Avevo un quadernetto (che conservo tutt’ora) sul quale avevo annotato tutte le squadre, ognuna con la sua formazione.
Stilavo un calendario con le varie giornate, e per ognuna, volta per volta, i risultati di ogni partita, naturalmente inventati, anche quelli. Giornata dopo giornata aggiornavo la classifica e così a fine campionato avevo la squadra campione.
Nel cortile davanti a casa, con un pallone di spugna (per non fare troppo casino) mettevo in scena la mia versione di “90° minuto” per ognuna delle singole giornate, inventandomi le azioni dei vari gol. Il tutto, ovviamente, con tanto di accompagnamento vocale, prendendo spunto dai vari commentatori che sentivo in Tv e in radio.
Calciavo verso il muro della casa dei vicini, e la porta era delimitata da un lato dalla nostra casa, dall’altro dalla fine del muro stesso, e sopra da una fila di tetti sporgenti che fungeva da traversa.
Era un gran bel modo di passare il tempo all’aria aperta quando ero a casa da solo, mi divertivo un mondo e oggi, ripensando a quei pomeriggi, mi scappa sempre un sorriso.
E poi penso che qualche volta perdiamo un sacco di tempo a cercare situazioni che ci facciano stare bene, quando basterebbe semplicemente tornare un po’ ragazzini, e inventarsele.