L’era dei titoli

Di questi tempi per comunicare in maniera efficace bisogna sintetizzare, catalogare, incasellare. Perché l’umano moderno va sempre di fretta e la sua attenzione dura pochissimo, quindi i concetti espressi devono essere semplici e immediati, senza troppi fronzoli intorno. E così si stanno perdendo gli approfondimenti, quelli che fanno emergere le sfumature, che spesso e volentieri fanno la differenza.
Mi viene in mente una fase ricorrente dei giornalisti in studio di SKY SPORT, che esortano gli inviati in collegamento per questo o quell’evento incalzandoli con : “Dammi dei titoli”. Che ci sta, per carità, il problema è che poi in troppi si fermano lì, ai titoli. E se fosse solo nello sport, pazienza, ma purtroppo succede anche riguardo a temi ben più importanti.
Come è possibile farsi un’idea precisa su una situazione complessa come, per esempio, il conflitto israelo-palestinese, solo leggendo titoli ? Sarebbe già difficile approfondendo, come si può pensare di farlo fermandosi alla prima riga ?
Se conoscere una serie infinita di titoli e slogan diventa l’equivalente di essere informati su un argomento, allora preferisco continuare a sentirmi ignorante.