Guru de noantri (Seconda parte)

Quando parlo o scrivo di come me la gioco io, in primis non voglio insegnare niente a nessuno, in secundis chi mi ascolta / legge non dovrebbe prendere tutto alla lettera, come se stessi dettando dal mio pulpito il manuale universale della vita perfetta.
Insomma, lo so benissimo che la vita di un single senza figli è diversa sotto moltissimi aspetti rispetto a quella di chi è sposato con prole, o divorziato. E che la vita professionale di un freelance che lavora da casa è parecchio differente da quella di un lavoratore vincolato dalla presenza in un ufficio o in un cantiere o in un negozio.
Non posso certo pensare che il mio stile di vita sia equiparabile a quello della maggior parte delle persone.
Ma resto convinto che ci siano dei sani principi che valgono più o meno per tutti.
Tipo che i soldi sono importanti, ma bisognerebbe riuscire a non diventarne schiavi.
Che ogni scelta comporta dei pro e dei contro, ma quando il peso dei contro schiaccia la goduria dei pro, evidentemente è il caso di pensare a qualche cambiamento.
Che a volte per assaporare un po’ più di serenità bisognerebbe anche sapersi accontentare.
Che concentrarsi maggiormente sui propri effettivi desideri invece che su quelli che il sistema nel quale viviamo vuole quasi imporci a forza può aiutare a fare una vita più consona alla propria indole.
Detto ciò, e sempre ammesso che li si vogliano seguire, questi principi vanno contestualizzati nel proprio micro mondo, e il modo giusto per farlo non lo insegna nessuno.
Me se si vuole davvero, lo si impara.