Non vedo l’ora di dimenticare

Per mia fortuna, almeno fino ad ora, il Covid19 non mi ha causato problemi di salute.
Nemmeno le restrizioni che via via ci sono state imposte nell'ultimo anno e mezzo sono state così terribili da sopportare. Certo, qualche disagio l’ho patito pure io, ma di modesta entità.
Però.
Non vedo l’ora di dimenticarmi della mascherina, del saluto col gomito, del gel igienizzante piazzato dappertutto, della distanza da mantenere.
Non vedo l’età di dimenticarmi dei TG che ogni santo giorno aprono parlando di contagi, di decessi, di ricoverati, di tamponi, di nuove ondate e di lockdown.
Non vedo l’ora di dimenticarmi delle discussioni infinite sulla genesi del virus e delle sue varianti, sui vaccini, sulle case farmaceutiche, sul green pass, sul “perché questo si e quello no”.
Ma soprattutto non vedo l’ora di dimenticarmi dei ditini accusatori puntati sui runner, su chi usciva a fare due passi lontano da tutti, sulla necessità di uscire degli altri che era sempre meno giustificabile della nostra.
Dei video e delle foto scattate di nascosto al vicino che non rispettava le regole del lockdown.
Dei vaccinati che additano i non vaccinati come dei criminali, e dei non vaccinati che dicono ai vaccinati di svegliarsi.
BASTA.
Non se ne può più.
Non vedo l’ora di dimenticarmene per sempre, di questo dannato virus e della sua capacità di fare uscire allo scoperto i lati caratteriali peggiori di moltissimi di noi.