Oggi è un pensiero. Domani è un mistero.

Non sono mai riuscito a pensare troppo in la nel tempo, e di conseguenza non mi sono mai preoccupato troppo del futuro.
Oddio, non è che non ci pensi, ci penso eccome, ad un’ipotetica struttura mia e del mondo che mi circonderà tra qualche anno, e cerco ovviamente di organizzarmi per affrontarlo al meglio, ma non è un pensiero agitato o turbato. Mi rendo conto che lo tratto un po’ come se la cosa non mi riguardasse. E devo ammettere che questa è un gran fortuna.
Non sono il tipo che va in sbattimento per capire come muoversi quando accadrà un qualcosa fino a che è solo un’ipotesi. Penso che me ne occuperò quando sarà il momento.
Credo che in fondo siano le azioni che facciamo giorno dopo giorno che indirizzano il nostro avvenire, quindi restando concentrati e determinati su quelle buona parte del nostro futuro si costruirà esattamente come lo abbiamo desiderato.
Poi certo, il mondo cambierà ancora, e noi con lui. Ma in ogni caso non sappiamo esattamente come, possiamo solo fare previsioni, più o meno accurate, ma sempre previsioni. E come l’ultimo anno e mezzo ci insegna, a volte l’imprevisto che arriva è una cosa alla quale non avevamo minimamente pensato.
Nel frattempo un sacco di inquietudine va sprecata, perché nasce e cresce a dismisura a causa di eventi che poi nemmeno si verificano.
A che pro ? Nessuno.
L’ansia per il futuro serve solo a vivere peggio il presente.