Fine 2020, manca poco (e forza 2021).

C’è un virus bastardo che si aggira tra di noi, e c’è un Comitato Tecnico Scientifico che cerca di attuare misure per evitare l’aumento dei contagi. E credo abbia notevoli difficoltà a cercare provvedimenti non impopolari per fare ciò, perché accontentare tutti è impossibile, specie in un contesto nel quale “Toglietemi tutto ma non quello che voglio fare IO.”
Sotto un incessante bombardamento di rimbrotti e lamentele che sarebbero anche in parte giustificabili, ma che in un momento come quello attuale mi sembrano a volte davvero esagerati… “Eh, ma le parrucchiere allora ?” “Ma, cioè, in giro per Roma si, e fuori da Fossano no?” “Adesso pure i colori !!!” “E prima chiudi e poi riapri e poi richiudi, ma come si fa !” “E le discoteche ?” “E a passeggio nei centri commerciali si e a sciare no ?” “E a Natale quindi devo stare da solo ?” E bla bla bla bla.
Sta per finire un anno complesso. Lo è stato per tutti, per qualcuno di più (pensate al personale sanitario, ad esempio), per altri meno. Per molti addirittura è stato tragico.
Tra 12 giorni arriverà il 2021, e c’è una cosa che mi piacerebbe portasse, a livello generale.
Che tutti imparassimo a lamentarci un po’ di meno.