Bar a rischio zero.

Vado a mettere musica in un bar. Appena arrivo il proprietario mi apostrofa così : “Allora stasera vengono i tuoi amici ?”. E io : “Non ne ho idea…”. “Ma come, che DJ sei che non porti il tuo seguito alle serate ?”. Cioè fammi capire : io dovrei venire qui, montarmi l’impianto, riempirti il locale di amici miei che praticamente mi pagano il cachet e ti fanno l’incasso della serata, farli divertire, smontarmi l’impianto e tornare a casa ? Con queste premesse aprirei subito un bar anche io … Prepari cibi e bevande, e arriva un simpatico ometto che pensa a tutto il resto : pubblico, musica, divertimento, intrattenimento. E tu alla fine conti i soldi. Bello così ! Un bar a rischio zero.
Comunque faccio finta di nulla. Il discorso “DJ si / PR no” l’avevo già fatto al termine della serata precedente, se non l’ha capito sono fatti suoi. E poi questo la prima volta che mi ha parlato già mi stava sulle palle. Dopo tanti anni elementi del genere li individuo facilmente.
Monto la consolle e metto musica.
Poi va a finire che la serata finisce prima per mancanza di avventori. Naturalmente cachet ridotto, molto più dello sconto che già avevo pensato di fare vista la riduzione dell’orario. Mi offre (l’altro socio del bar) un compenso ridicolo, dovrei mettermi a discutere visto che gli accordi erano altri, ma non mi piace litigare e alla fine accetto : “Dammi quanto vuoi , basta che tu non mi faccia più tornare.”.
E aggiungo che se la riduzione al cachet è il prezzo da pagare per non avere mai più a che fare con ‘sti due sfigati sono veramente contento di averlo pagato.