La guerra dei poveri

In questi giorni le notizie sui disagi creati dagli scioperi si fanno sempre più allarmanti.
Scioperare è un diritto, ci mancherebbe, solo che per inveire giustamente contro il potere si crea un disagio enorme a quelli che sono nella medesima condizione di arrabbiati e impotenti. L’Italia che si blocca è la stessa alla quale lo Stato succhia il sangue da anni. Mentre i destinatari della protesta non subiscono alcun disagio da questo genere di scioperi.
E’ come se un calciatore che è scontento del proprio ingaggio per protestare pisciasse nello shampoo dei suoi compagni di squadra.
Questa ribellione non è sbagliata, ma è fatta nel modo sbagliato. Le parole disperate che si sentono pronunciare dai manifestanti sono legittime, il problema è che chi le ascolterà (ovvero noi) l’unica cosa che potrà fare è dar loro ragione. Per poi lamentarsi il giorno successivo contro gli stessi protestanti, visto che a causa proprio di quegli scioperi si trova in coda in autostrada, o non trova i prodotti sugli scaffali del supermercato.
Il nostro (intendo dell’Italiano medio-basso) nemico numero uno sono i parassiti che ci governano. Non ci sono discussioni. Quindi o si trova un modo di creare disagio a loro, direttamente, oppure tutti questi scioperi non faranno altro che fomentare sempre più la guerra tra poveri.