Lettera aperta a Napolitano

Signor Presidente, ho letto alcuni stralci del suo discorso di fine anno, tra inviti all’ottimismo e la benedizione della manovra Monti come giusta e inevitabile.
Lei ha invitato il governo tecnico a lavorare per 'ridurre le diseguaglianze e i rischi di povertà'. Quando la manovra messa a punto finora ha fatto l’esatto contrario.
Ha detto anche : “Nessuno oggi, nessun gruppo sociale, può sottrarsi all'impegno di contribuire al risanamento dei conti pubblici, per evitare il collasso finanziario dell'Italia”. Nessuno esclusa la casta, ovviamente.
E poi “ … E c'è chi (in questi ultimi anni) ne ha tratto e continua a trarne indebito profitto: a ciò si legano strettamente fenomeni di dilagante corruzione e parassitismo, di diffusa illegalità e anche di inquinamento criminale”. Sembra la descrizione del vostro mondo.
Mi permetto di scriverle due parole, dal mio piccolo. Ovviamente parlo per me, ma credo che molti della mia generazione si riconosceranno in quanto dirò.
A voi non crediamo più. Non a una sola parola. Come potete anche solo pensare che qualcuno vi dia ancora ascolto ? Dovete avere un’opinione degli Italiani davvero bassa per credere che siamo tutti li a pendere dalle vostre labbra per sapere come strutturare la nostra vita nel prossimo futuro.
Ce ne avete fatte passare troppe per potervi ancora assumere il ruolo di guide della nazione. Ma quali guide ? L’unico legame tra noi e voi è che noi siamo il vostro cane e voi le nostre zecche.
Io ho smesso di lamentarmi. Non serve a nulla, fino a che le regole saranno quelle che hanno portato l’Italia allo sfascio. Le regole che vi permettono di vivere beatamente sulle spalle di uno Stato in ginocchio dopo aver sprecato tutto lo sprecabile e anche di più. Le regole che permettono a pochi privilegiati di vivere impunemente sulle spalle degli altri. Le regole che voi dovreste cambiare, ma che non cambierete mai, perché non vi conviene.
Invece di lamentarmi uso il mio tempo per cercare di vivere in maniera dignitosa, per mia fortuna sono relativamente giovane e in salute e ho le risorse per farlo. Finché sto così non riuscirete ad affondarmi. Troverò sempre nuove maniere per costruirmi giorno dopo giorno la mia vita su misura, nonostante tutto quello che avete fatto in questi anni per farmi diventare un lavoratore ingrugnato, un consumatore compulsivo, un giocatore d’azzardo, un telespettatore ottuso, un individuo non pensante. Con me avete fallito.
Sono dispiaciuto per i più deboli. Per i pensionati “rimandati”, per quelli che faticano a arrivare a fine mese, per i giovani che il futuro lo vedono ancora più nebuloso di quanto lo possa vedere io. Per i non normodotati (quelli veri) che per colpa dei furbi che rubano le pensioni di invalidità senza averne diritto vedono i loro fondi a disposizione diminuire. Per l’italiano su quattro che è a rischio povertà.
Voi avete demolito le speranze di tutti, quindi mi permetto in conclusione di darle un consiglio. Il prossimo anno si risparmi il discorso alla Nazione. Tanto la Nazione non c’è più.