Perplesso

Sono perplesso. Spesso mi illudo che il prossimo si comporti nei miei confronti nello stesso modo nel quale mi comporterei io di fronte a certe situazioni. Do per scontato che chi mi sta intorno abbia la stessa percezione di buonsenso che penso di avere io.
Io che quando mi mandano una mail rispondo subito (per quel che costa, c’è un tastone con su scritto Rispondi). Io che cerco di rispondere appena possibile anche agli SMS, e che richiamo immediatamente qualsiasi numero mi ritrovi sul cellulare tra le chiamate perse. Per me è una questione di educazione. Capita che mi senta una merda se mi dimentico il più insignificante degli appuntamenti. Mi sembra di aver tradito la fiducia di qualcuno e mi dispiaccio veramente.
Poi periodicamente mi imbatto in chi di tutto questo (chiamiamolo) bon-ton sembra fregarsene bellamente. Chi dopo periodi di intensa comunicazione e momenti passati in compagnia svanisce nel nulla, e non si fa più trovare in nessun modo. Senza spiegazioni. E senza motivo.
Boh, sarò io che sono nato sbagliato (come diceva J.Ax degli Articolo) ma io queste cose davvero non riesco a concepirle. Sfuggono alla mia comprensione.
Capisco che non siamo tutti uguali. E che in certi periodi si può essere presi in così tanti impegni da dover per forza di cose lasciare qualcosa per strada. Capita a tutti. Me compreso.
Però evitare proprio di farsi vivi lo trovo tremendamente vigliacco. E mi da molto fastidio.
Vabbè.
Domani sera cena della ditta, vado in ufficio un po’ più tardi, tanto poi mi fermo là, visto che il ristorante è a due passi dall’ufficio. Magari prima di cena vado a fare un giro per regali.
E intanto stanotte mi sa che nevicherà di nuovo, e anche domani. Quest’inverno sta facendo sul serio.