Ogni giorno siamo bombardati di migliaia di informazioni, di titoli, di video, di immagini.
Abbiamo accesso, in ogni momento della giornata, ad una mole gigantesca di materiale da leggere, vedere ed ascoltare, così va a finire che buona parte di quello che ci viene proposto non riusciamo nemmeno più a trattenerlo. Arriva, passa, e se ne va.
Oppure, peggio, arriva, fa un piccolo danno ai nostri pensieri (perché lo apprendiamo correndo e lo percepiamo nel modo sbagliato) e se ne va.
C’è un solo modo per non restare sommersi da questo mare di roba (spesso robaccia) che ci arriva addosso ogni giorno. Bisognerebbe ritrovare il gusto dell’approfondimento. Il piacere di prendersi il proprio tempo per analizzare una cosa alla volta, e farlo per bene. È anacronistico, lo so, perché in questi tempi sembra diventato obbligatorio scrollare, scrollare continuamente per passare alla distrazione successiva.
Ma forse al punto al quale siamo arrivati è veramente troppo, per (quasi) tutti.
Credo che la vera sfida di questi tempi sia quella di riuscire a trovare (o ritrovare) il proprio passo, senza preoccuparsi troppo se non è allineato a quello predominante.
Il proprio passo è quello che lascia il tempo per godersi il cammino.
