Sold Out

Non è solo un concetto che riguarda i concerti.
Riguarda la mentalità dominante della nostra attuale società.
Bisogna fare 'Sold Out'. Riempire. Tutto. Deve essere sempre tutto al massimo. Possibilmente nel minor tempo possibile. Che è ‘sta roba della costruzione un pezzo alla volta, della gavetta, delle prove andate a male che aiutano a migliorarsi, dell’attesa del momento buono ? Tutte fregnacce. Voglio tutto. E lo voglio subito.
Ma il tutto e subito non è umanamente sostenibile. Ci vuole tempo e impegno per ottenere i risultati. Oggi il tempo sembra che manchi sempre, forse perché ne sprechiamo troppo in faccende inutili, e il gusto dell’impegno nel costruirsi qualcosa si sta perdendo, perché la tendenza è quella di ingegnarsi per trovare delle scorciatoie, per fare prima.
Veloci, veloci, veloci. Ma perché tutta ‘sta fretta ?
Credo che bisognerebbe rivalutare il gusto della lentezza. Della pausa. Persino della noia. A piccole dosi eh, ci mancherebbe, ma a volte serve pure quella.
Tornando al “Sold Out”, letteralmente significa “tutto esaurito” e non a caso i primi ad essere esauriti sono quelli che vivono con questa ossessione.