Le due categorie dei DJ

Sono sempre stato convinto che esistano essenzialmente due categorie di DJ. Come avevo anche letto su un libro di Luca De Gennaro.
Quelli intrattenitori, che si adattano alla pista e alla situazione.
Quelli impositori, che fanno il loro set indipendentemente da tutto e da tutti.
Quelli che pensano : “Io sono qui per fare divertire te”.
Quelli che pensano : “Tu sei qui per ascoltare me”.
I DJ intrattenitori di norma sono più eclettici, spaziano tra vari generi e vari periodi storici, quelli impositori di solito, almeno a livello di genere proposto, sono abbastanza mono-tematici. Spesso (per non dire sempre) sono anche produttori, quindi passano i loro pezzi / remix (ovviamente del genere a loro più congeniale).
Si puo’ anche far parte di entrambe le categorie, e diventare intrattenitori o impositori a seconda della situazione, oppure magari fare parte prima di una e poi dell’altra categoria, ma sostanzialmente penso che l’indole che un DJ ha dentro rimanga sempre la stessa.
Queste due scuole di pensiero sono entrambe valide. Nessuna delle due è più facile da cavalcare, semplicemente sono due modi diversi di intendere il mestiere del DJ.
Naturalmente cominciare da subito la propria carriera come “impositori” è difficilissimo. Normalmente per fare esperienza (e cassa) si comincia facendo un po’ entrambe le cose. Anzi, per dirla tutta, spesso agli inizi pur di mettersi dietro alla consolle a fare pratica sul campo anche i fedelissimi del “tu sei qui per sentire me” diventano più elastici e si adattano alla situazione che viene loro proposta.
Poi qualcuno (io, ad esempio) continua con l’essere DJ intrattenitore, essendo probabilmente quella la sua natura e la sua inclinazione.
Altri diventano così credibili da riuscire ad un certo punto a passare alla categoria di impositori. Ma questo non arriva da un giorno all’altro .. bisogna lavorarci su per anni. Il risultato è senz’altro di tutto rilievo : andare a fare un set con tutti i tuoi pezzi preferiti, le tue produzioni e i tuoi remix / mashup e vedere il dancefloor saltare è sicuramente una cosa impagabile.
Come lo è altrettanto (posso garantirvelo) far ballare e far divertire un pubblico con la commerciale piuttosto che con il revival o con il rock o con chissà che altro.
Impagabile, ma difficile, in entrambi i casi. Essere un buon DJ non è semplice a prescindere.
E quanto sei bravo lo decide il pubblico.
Non un contest o un reality. Il pubblico.