In ostaggio

Ieri ci ho provato. Ho acceso la tv e ho provato a sentire il discorso, il primo, del Napolitano bis. Ho resistito davvero poco. Troppo triste. Tutti (M5S escluso, vivaddio) in piedi ad applaudire a delle parole che sono l'ennesima prova di una classe dirigente che non ne vuole sapere di guardare avanti. Che gode troppo della situazione attuale per poter anche solo pensare di cambiarla. Una classe dirigente che meriterebbe l'ergastolo, per tutti gli scempi che è riuscita a mettere in atto in questi 20 anni. E che invece ha avuto il consenso di più di metà dell’elettorato. Allucinante.
L'ho riletto dopo, il discorso. E ho capito di non essermi perduto nulla. Le solite parole, vuote, da politicante scafato. D’altronde da uno che non ha mai fatto altro che ci si poteva aspettare? Parole che saranno tutte sbugiardate tra sei mesi, compresa la filippica ai partiti, nella fattispecie dal duopolio PD-PDL che del buon Giorgio disporrà a proprio piacere, esattamente come ha fatto negli ultimi 7 anni.
Il Paese è in ostaggio di questo duopolio, fino a che la maggioranza degli Italiani continuerà a votarli, cieco e sordo a qualsiasi nefandezza perpetrata dai medesimi nel passato. Evidentemente a buona parte del popolo la situazione attuale continua ad andare bene così. Dura da accettare, ma questa è la realtà.
Insomma per concludere, un discorso che a rileggerlo c’è da mettersi a piangere.
Infatti é piaciuto moltissimo sia a Berlusconi che a Bersani. Altro segnale inquietante, a dir poco.
Un'altra brutta giornata per la nostra bella Italia.
La fine del tunnel è ancora lontana.
Attrezziamoci.